I Sonetti Lussuriosi di Pietro Aretino e Michael Nyman

 

Pietro Aretino nel 1526 pubblicò degli avanguardistici Sonetti Lussuriosi accompagnati dalle  incisioni di Marcantonio Raimondi, e considerati all’epoca pornografici ed osceni.
Il musicista Michael Nyman ha recentemente ripreso i Sonetti Lussuriosi per i testi del suo album “Lust – Sonetti Lussuriosi”:
L’origine del mio adattamento musicale dei Sonetti di Aretino, sta in una mostra di arte erotica che Marina Wallace e Martin Kemp tennero alla Hayward Gallery nel 2005, riproposta al Barbican Centre nell’ottobre 2007. I curatori mi chiesero di fornirgli una compilation di musica erotica del passato, ma ho preferito esplorare il mio personale approccio all’erotismo, attraverso il tramite di 8 dei 16 Sonetti Licenziosi di Pietro Aretino. La decisione iniziale di assegnare a Marie Angel sia i ruoli maschili che femminili è stata cruciale nel mio sforzo di drammatizzazione e creazione di un maggior numero possibile di variazioni da questi ripetitivi dialoghi su atti sessuali”.
E prosegue: “Gli 8 Lust Songs sono i più recenti di una serie di opere legate al sesso sulle quali ho lavorato dagli anni Sessanta quando, come studente di musicologia, fui chiamato dal professor Thurston Dart per realizzare una nuova edizione dei Catches di Purcell, che reintroducesse i termini volgari rimossi nel periodo vittoriano. Da lì, attraverso i molti film che mi hanno richiesto una colonna sonora per scene di sesso – da I misteri del giardino di Compton House a Lezioni di piano, da Carrington a Il libertino – poi Acts of Beauty (2004), Love Counts (2005) e i Sonetti, è stata una logica ma accidentale progressione.”

Geniale.

Apri le coscie, acciò ch’io vegga bene/il tuo bel culo e la tua potta in viso; culo da far mutar un cazzo d’aviso! Potta che i cuori stilli per le vene. Mentre ch’io vi vagheggio egli mi viene capriccio di pasciarvi a l’improviso, e mi par esser più bel che Narciso nel specchio ch’il mio cazzo allegro tiene. – Ai ribalda, ai ribaldo in terra e in letto! Io ti veggio, puttana! e t’apparecchia, ch’io ti rompa doi costole del petto. – Io te n’incaco, franciosata, vecchia, che per questo piacere arciperfetto intrarei in un pozzo sanza secchia. E non si trova pecchia ghiotta dei fiori, com’io d’un nobil cazzo, e no ‘l provo ancho, e per mirarlo sguazzo.”

 

Categoria: FocusMusicaPoetry

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