Giulia Salvi: il rock è sexy a Virgin Radio

GIULIA SALVI: Virgin Radio, le icone, il rock, l’Italia.
Classe 1987, modenese e milanese d’adozione, Giulia ha iniziato come modella e poi con programmi come All Music Loves Indie e Off Live, voleva fare la vj fin da bambina, quando ballava e cantava ammaliata davanti ad Mtv.
Adora ama gli Smashing Pumpkins, i Garbage, Paolo Nutini, i Linkin Park e gli Interpol, è protagonista ogni giorno su Virgin Radio nei pomeriggi di Virgin Generation,
giovane, vivace, rock, sexy, dai capelli rosso fuoco!

– Giulia, come è lavorare in radio, e il tuo rapporto con i colleghi di Virgin?
Entrare in ufficio per me è come entrare in una stanza di casa mia: il rapporto coi colleghi e con i miei superiori è fantastico! Soprattutto con Andrea Rock, con cui condivido la diretta quotidiana di Virgin Generation: ormai è un fratello!

– Dalla radio alla tv: l’evoluzione di Virgin Radio in pochi anni. Meglio o peggio? Il pubblico cambia?
Virgin Radio Television al momento è solo in streaming sul nostro sito www.virginradio.it, ma si tratta di un’evoluzione positivissima, anche se per certi versi parallela alla radio: la tv dà modo di condividere più facilmente tutto ciò che accade nei nostri studi, ma si rivolge anche ad un pubblico più ampio, di persone che magari accendono la televisione solo come sottofondo. Il pubblico radiofonico è senza dubbio più affezionato e costante. Ma come si dice “una mano lava l’altra”!

Sei il simbolo di Virgin e una vera icona di donna rock: cosa ne pensi? E quali sono le tue donne rock preferite?
Oh, grazie del complimento! A dire il vero, non mi sento affatto un’icona, tantomeno di donna del rock! Ahahahahah… Se penso ad un simbolo femminile del rock, immagino donne come Shirley Manson dei Garbage (in assoluto il mio idolo), Skin degli Skunk Anansie, ma anche Gwen Stefani, superrock nella sua attitudine!
– Il progetto “Amiche per l’Abruzzo”: come è andata?
È stata un’iniziativa incredibile, che ha coinvolto sullo stesso palco le più grandi personalità femminili della musica italiana, oltre che della radiofonia (l’evento è stato trasmesso in diretta su 13 radio nazionali, tra cui Virgin Radio). In quella giornata la rivalità tra artisti o emittenti radiofoniche è stata messa da parte: eravamo tutte una grande squadra con un fine molto alto, ovvero raccogliere fondi per i terremotati d’Abruzzo. Essere stata mandata come rappresentante di Virgin insieme a Paola Maugeri è stato per me un grande onore, oltre che una grande emozione, visto che si trattava della mia prima diretta radiofonica in assoluto! Sono stata affiancata ad una grandissima professionista, Anna Pettinelli, e tutto è filato liscio! Fiuuuuu…

– La sensualità e sessualità nel rock: che ne pensi? A volte si esagera? C’è mercificazione del corpo, femminile o maschile, come nel pop?
Essere sensuali secondo me non significa per forza ostentare la carne, ogni grande artista ha il proprio stile e modo di essere sexy. Ad esempio, ricito Shirley Manson, considerata da sempre una delle donne più sexy del rock, una che più passano gli anni, più diventa hot, ma non ha mai fatto nulla per sforzarsi di sembrare più carina o più svestita… Esagerare è una scelta e c’è chi ne fa uno stile di vita, come Lady Gaga o prima ancora Madonna (stili che hanno ottenuto un successo più che visibile). Ognuno è libero di mercificarsi se lo desidera, poi il tempo dirà chi ha saputo farlo con classe e chi no.

 



Musica e giovani: dove inizia la passione e finisce la semplice moda del momento, secondo te?
Detesto tutti i trend musicali, perché mettono in circolazione decine e decine di band inutili, che tendono a sciogliersi dopo un solo album (a volte anche prima). Se nel 2008 il trend principale era l’electro, ora è sicuramente il neo folk. I Mumford & Sons e i Veils sono stati tra i principali esponenti di questa ondata di nuova generazione e io li stimo moltissimo – soprattutto i Veils, una delle mie band preferite – ma basta prendere un numero di NME e leggere soltanto di repliche senza stile né personalità di questi artisti. Oggi potrei farvi decine di nomi di gruppi che stanno cavalcando quest’onda, tra un anno probabilmente non mi ricorderò del 99% di loro. – Quali sono i problemi della scena musicale rock italiana?
Penso che semplicemente soffra di una grave forma di snobbismo per cui molte band si crogiolano nel proprio status di gruppo underground, chiudendosi in una cerchia di gruppi che difficilmente sono disposti a concedersi con umiltà a network nazionali. Una delle frasi più comuni che si possono sentire è: “Ciao, sono un cantautore underground…” E’ quell’”underground” che “facilita” le cose: essere un cantautore (e basta) riconosciuto a livello nazionale che parla a una larga fetta di popolo è più complesso… Tutto questo per poi dire che “L’Italia non supporta la musica rock!”.
Faccio un piccolo esempio: in un’azienda una persona si presenta per un colloquio e gli viene risposto che come aspirante potrebbe essere valido, ma al momento la figura non rispecchia a pieno ciò che l’azienda richiede. Perciò gli viene però proposto un periodo di prova dopo il quale, se alcuni aspetti dell’aspirante saranno migliorati, si potrà valutare un’assunzione. Il candidato risponde: “Voi non credete in me, altrimenti mi apprezzereste così come sono, addio”.
Un altro tarlo senza rimedio è poi la questione della gente che NON va ai concerti, ma qui si aprirebbe un trattato.

– I concerti live: quello che hai nel cuore e quello che speri di vedere presto…
Nel cuore: Smashing Pumpkins nel 2008 al Forum di Assago
Nel futuro: Linkin Park – ogni volta che vengono in Italia, un imprevisto di lavoro o altro mi impedisce di andare a vederli
!

– Meglio i piccoli palchi dei club o quelli grandi di piazze/stadi?
Beh, è più una domanda per musicisti… A me basta che la visuale sia buona!

Di  Ilaria Rebecchi



 

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