Assistenti sessuali per i disabili, la petizione di Max Ulivieri

È stato Max Ulivieri, web designer disabile, a promuovere l’ appello per far arrivare l’Italia al riconoscimento legale del servizio di assisitente sessuale per disabili, che in altri Paesi è a carico dello Stato. Lanciando una petizione lo scorso novembre, dal titolo ”Consentire ai diversamente abili di avere una vita relazionale completa”.

Ulivieri e gli altri promotori hanno più volte sottolineato che l’assistente sessuale per disabili non c’entra nulla con chi offre prestazioni sessuali a pagamento, ma che si tratta di una pratica che implica comunicare e relazionarsi con un’altra persona, opportunità rara per chi non ha un corpo autonomo.

Determinate forme di disabilità – ha spiegato Ulivieri a LaRepubblica – rendono impossibile l’uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono difficoltosa, se non impossibile, l’interazione fisica e sessuale con partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente. In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e Germania ci sono associazioni che si occupano di questo tipo di assistenza. Addirittura in Olanda il servizio è a carico del servizio sanitario nazionale. L’assistenza sessuale a persone con disabilità è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l’altro, si trovano a non essere autonome nell’espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l’affetto e l’umanità. L’assistenza sessuale non prevede rapporti completi”.

 

Categoria: Focus

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