Pompei erotica: l’eros nell’antichità

Il mestiere più antico del mondo era fortemente sfruttato come grossa fonte di guadagno fin dai tempi dell’antica Roma, quando molte schiave venivano utilizzate come meretrici per soldati, politici e ricchi. È quanto affermato dall’archeologo Pietro Giovanni Guzzo in una recente intervista a Il Sole 24 Ore:

«L’idea comune di ciò che erano il sesso e la prostituzione è inquinata da troppi falsi miti, nati dopo il 1748, a seguito delle prime scoperte archeologiche nell’area vesuviana. Abbiamo letto troppa cattiva letteratura e visto tanto pessimo cinema così che abbiamo finito di immaginarci l’antica Roma come una specie di baccanale permanente, dove la preoccupazione generale era la soddisfazione dei piaceri carnali. E si tralasciano gli aspetti più importanti del problema. Pochi sanno che l’approccio alla prostituzione da parte delle famiglie più ricche era prima di tutto economico. Potremmo quasi dire manageriale».

Guzzo e lo storico del diritto romano Vincenzo Scarano Ussani, hanno scritto il saggio «Ex corpore lucrum facere: la prostituzione nell’antica Pompei», per L’Erma di Bretschneider.

 

 

Categoria: FocusStoria

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