“Sexus”, di Henry Miller

Henry ha quasi trentatré anni, vive a New York, lavora nell’ufficio del personale della Società dei Telegrafi per mantenere la moglie Maude e una figlia, ma è uno scrittore in attesa dell’ispirazione decisiva e della storia giusta da riportare in un romanzo. Un giovedì come tanti, in una sala da ballo, vede Mara e ne è subito conquistato. Il sabato mattina le spedisce un libro e dei fiori, insieme a una lettera in cui annuncia che le telefonerà nel pomeriggio. Quando telefona però, Mara non è in casa. Frenetico, Henry avvisa la moglie che non tornerà per cena e torna alla sala da ballo dove chiede di lei alle altre ballerine, e la domenica va addirittura a cercarla a casa, ma non c’è. Giorni dopo ritorna ancora alla sala da ballo e lì trova un bigliettino da parte di Mara, che gli dà appuntamento per mezzanotte del giorno dopo in Times Square, e gli chiede di smetterla di scriverle a casa. Si incontrano, si conoscono, ma Mara non gli racconta subito la verità: fa quel mestiere perché così guadagna a sufficienza per mantenere il padre vedovo e infermo, la nuova moglie e i figli che ha fatto con lei, incapaci di portare a casa anche pochi spiccioli. Invece fin da quella prima sera cominciano ad amarsi in ore e ore di passione clandestina sui taxi, nei piccoli parchi vicino a casa di lei, anche buttati per terra sull’asfalto…

Ci vuole un certo talento per rendere la poesia e la potenza di un incontro sessuale, e Henry Miller che questo talento ce l’ha lo dimostra in quasi settecento pagine nelle quali tra le molte altre cose – attraverso continui salti temporali e una scrittura immediata e diretta – il protagonista, che poi è lo stesso Miller, fa sesso con Mara e poi di nuovo ancora con Maude, con la cugina di lei e poi con un’amica di Mara, ma non solo con loro. Scegliendo di descrivere dettagliatamente questi incontri nella loro interezza e chiamando le cose con il proprio nome (il suo pene a seconda dei momenti è un’asta, un serpente, un tubo di gomma…) salva il lettore dalla possibile oscenità di certe allusioni che dicono e non dicono davvero. Del resto quando è stato pubblicato Sexus, la censura americana degli anni Quaranta si era già abbattuta sul più famoso dei suoi libri, Tropico del cancro, e nel frattempo, non solo grazie allo scandalo provocato da questi contenuti ma proprio per la sua forza narrativa, è aumentata la sua fama, tanto che oggi Henry Miller è considerato tra i più importanti della letteratura del Novecento americano.

 

Categoria: FocusPoetry

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