Mysex: il progetto


Ecco il progetto Mysex, presentato mesi orsono nello studio fotografico Delogu, da un’idea della giornalista e traduttrice Tiziana Lo Porto: si tratta di un cinema a luci rosa, all’insegna di una porno ribellione al femminile!
11 cortometraggi erotici il cui scopo è far emergere per la prima volta in Italia una visione della sessualità al femminile e raccontare corpi e pratiche così come sono vissuti e visti dalle donne.
I corti sono realizzati da LE RAGAZZE DEL PORNO, associazione in progress di registe, artiste e autrici
per la produzione esecutiva di Woka Productions.
Le donne sono sempre state una piccolissima minoranza nel mondo cinematografico italiano (per non parlare di quello erotico pornografico, dove la loro presenza dietro la macchina da presa è inesistente) e spesso hanno lottato così tanto per emergere che hanno perso per strada la specificitaà della loro visione. Così più della metà della popolazione italiana è composta da individui resi più deboli dal non potere autorappresentarsi nei media e quindi esprimere un punto di vista diverso sulla realtà. Questo non accade solo nella sfera sociale ma anche in quella erotica dove le donne non si sentono legittimate ad avere bisogni e desideri diversi da quelli degli uomini.
In quanto non rappresentato, il loro desiderio non ha diritto di esistere.
In un momento storico in cui l’immagine delle donne italiane oscilla tra una volgarità sin troppo esibita e una opposta ma complementare diserotizzazione dei corpi come tentativo di prenderne distanza, sono in tante le donne che si sentono sempre meno rappresentate.
MY SEX nasce dall’urgenza di dare visibilità al nostro immaginario erotico. Siamo un gruppo eterogeneo, con inclinazioni sessuali ed esperienze personali e professionali molto diverse, ma ciò che ci accomuna è l’esigenza di esprimere la nostra sessualità e il nostro desiderio con gli strumenti del cinema. A fare da filo conduttore tra i diversi corti sarà sempre la componente sessuale declinata in tutte le sue varianti e nella molteplicità di sguardi.
Non si tratta di porno al femminile perché non vogliamo essere definite da un solo genere. In ogni corto ogni regista sarà libera di scegliere un’estetica e un punto di vista, di raccontare il proprio sguardo, di lavorare sulla fiction, sul gonzo o sul documentario, di spaziare dall’erotismo alla pornografia (perché anche il porno è una maniera di parlare di sesso).
Operazioni simili, in Europa, sono già state fatte in Svezia da Mia Engberg con Dirty Diaries, in Francia con X- Femmes e con il webmagazine Second Sexe e in Spagna da Erika Lust e hanno avuto tutte grande successo. Evidentemente hanno incontrato il desiderio del pubblico.”
Per saperne di più, i prossimi appuntamenti e sostenere la campagna crowdfunding visita il sito:
www.leragazzedelporno.org

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Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more

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