Masters: l’erotismo di Schiele e Picasso a Trieste

masters

da Schiele a Picasso

luogo:Galleria Torbandena
durata: fino al 30 giugno 2013
Fino al 30 giugno alla Galleria Torbandena di Trieste resterà aperta un’importante rassegna dedicata ad alcuni tra i più grandi artisti del Novecento.
MASTERS: da Schiele a Picasso offre al pubblico l’opportunità di vedere alcuni capolavori provenienti da collezioni private italiane e straniere, seguendo un filo rosso che parte dall’inizio del secolo scorso e che arriva al secondo dopoguerra. Non è facile reperire opere di questa qualità. Si va dal disegno, alla tela e alla scultura. Iniziando con un carboncino di Egon Schiele, una scena erotica del 1917 in cui l’artista si ritrae nudo di spalle. La potenza del segno di Schiele, e quella carica devastante che ha accompagnato il suo breve percorso artistico, è perfettamente condensata in quest’opera su carta, già appartenuta alla famiglia Marzotto.

Ecco in sequenza alcuni disegni presentati in mostra: c’è una Jeanne Hébutherne ritratta da Amedeo Modigliani sempre nel 1917, esposta nelle più importanti rassegne dedicate in Italia all’autore livornese. Sia la retrospettiva del 1946 che in quella del 1958. Accanto, un tenerissimo inchiostro di Paul Klee datato 1930, e un progetto di scultura di Julio Gonzàlez – il più grande scultore spagnolo del XX secolo – esposto anni addietro anche al Guggenheim di New York. Ed è del 1913 uno dei disegni più significativi del Futurismo Italiano, un grande carboncino di Giacomo Balla, presentato anche nella retrospettiva dedicata all’autore a Palazzo Reale a Milano. Ancora una perla tra i disegni: una china di Pablo Picasso del 1931, “Due scultori e una modella”, proveniente dalla Galleria Rosengart di Lucerna, E infine una “Testa” del 1967 esposta nello stesso anno alla Galerie Louise Leiris di Parigi. Ma l’opera clou della mostra è certamente il bronzo di Marino Marini proveniente dalla collezione Jesi: lo “Studio per Il Miracolo” del 1954, che troneggia al centro della sala. Questo bronzo, in tre esemplari, fa anche parte della collezione Wasserman di New York e del Kunstmuseum di Wintherthur, in Svizzera. Due luminosi esempi della metafisica si fronteggiano nelle sale della Torbandena: da un lato una tela di Giorgio de Chirico del 1929, i “Gladiatori in una stanza”, appartenuto a Leonce Rosenberg, il mitico collezionista parigino, dall’altro un quadro del grande pittore triestino Arturo Nathan (molto amato da de Chirico) che era dato ormai per scomparso, ma ritrovato dalla galleria in una collezione privata sarda: la “Spiaggia al crepuscolo” del 1933, dove una figura di spalle contempla uno scarno paesaggio di mare nella luce tenue della fine del giorno.

 


Una piccola scultura astratta del maestro svizzero Jean Arp, che cattura la luce con le sue sinuosità quasi sensuali, apre la strada ad una sezione dedicata ad opere informali. La tela di Giuseppe Santomaso del 1954 – esposta anche alla Biennale di Venezia di quell’anno – appartiene alla stessa famiglia di quadri dell’artista veneto che si può ammirare al Museo Revoltella: “Vento sulle colline venete” ha le stesse tonalità e lo stesso segno del “Muro delle lucertole”, di proprietà del nostro museo cittadino. E “Red Line” del 1963, considerata da Edo Murtic la sua tela più importante, apre una finestra sulla grande astrazione internazionale degli anni Cinquanta e Sessanta. E poi una “Periferia” di Mario Sironi, una “Marina” di Carlo Carrà, tele di Zoran Music, bronzi di Marcello Mascherini. Senza dimenticare due chicche del nostro Vittorio Bolaffio, un modernissimo ritratto del 1912 e una scena del porto della fine anni Venti. Un’importante informazione per i visitatori: per i molti impegni nelle fiere all’estero la Galleria Torbandena ha dovuto ridurre i suoi orari di apertura.

La mostra resterà aperta fino al 30 giugno ma soltanti in alcuni giorni della settimana: giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 20, mentre il sabato dalle 11 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.

 

 

Categoria: ArteEventi

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