“Del buon uso erotico della collera”, di Gérard Pommier

Cosa c’è di più strano del litigio di due amanti che si conclude con lo scatenamento della passione amorosa? Tanto violento lo scontro, tanto sensuale sembra l’epilogo. Dato che gli stessi amanti fanno notare che si abbandonano alle proprie tendenze bellicose per concludere nel modo più erotico, nulla riuscirà mai a dissuaderli dalla piacevole abitudine. Non è tipico dell’amore esacerbare violentemente il desiderio grazie a un sotterfugio? Ecco uno dei temi portanti di questo libro, in cui l’autore percorre il campo della vita sessuale nei limiti disegnati da Freud.

L’autore

Gérard Pommier, psichiatra e psicanalista, già allievo di Lacan e di Dolto, insegna Psicopatologia all’Università di Strasburgo. Ha pubblicato Comment les neurosciences démontrent la psychanalyse (Parigi 2004) e Que veut dire “faire” l’amour? (Parigi 2010)

Prefazione di Massimo Recalcati:

Litigare, nella coppia non è un male. Perché la collera può non essere un’alternativa all’erotismo, ma anzi il suo carburante. Uno psicanalista francese lo sostiene in un libro, uno psicoanalista italiano ne discute con lui.

Diversamente da quello che una certa mitologia romantica di origine platonica ci ha tramandato, l’uomo e la donna non sono fatti per essere complementari, non sono le due parti di una stessa sfera che ricercano la loro integrazione armoniosa. La psicoanalisi insegna che tra l’uomo e la donna c’è qualcosa che non va, che non si compone mai, c’è una differenza che non si può assorbire. Tra l’uomo e la donna c’è una instabilità permanente perché diversi sono i loro modi di vivere l’esperienza del sesso e dell’amore.

Gerard Pommier, psicoanalista tra i più noti a Parigi, allievo della prima ora del grande Jacques Lacan, professore al’Università di Strasburgo, autore prolifico e originale, uomo dal carattere forte e generoso, dai capelli bianchi e dagli occhi azzurri profondi, allergico all’uso stereotipato che spesso gli psicoanalisti – soprattutto quelli lacaniani – fanno della dottrina, ha recentemente pubblicato per Cortina Del buon uso erotico della collera (e di qualche sua conseguenza). Ho conosciuto Pommier l’estate di due anni fa nel corso di un convegno veneziano dove ebbi modo di ammirare il suo modo unico di ripercorrere le categorie della psicoanalisi – anche quelle apparentemente consolidate – e di fare un lungo giro in piena notte in taxi con solo il silenzioso rumore della laguna tra noi. Con questo libro Pommier affronta il mistero del desiderio sessuale. Lo affronta mostrando come l’incontro erotico dei corpi non risponde alla legge naturale dell’istinto ma a quella assai più bizzarra della pulsione che può utilizzare per il suo godimento anche la benzina della collera. Ora, di fronte a un caffè, scambiamo qualche parola su questo tema…

TURBOLENZE D’AMORE

Recalcati: “Lacan aveva paragonato il rapporto tra uomo e donna a quello di Achille e la tartaruga del celebre Paradosso di Zenone. Achille, il più veloce tra i mortali non potrebbe mai, logicamente, raggiungere l’animale più lento della terra. Tra i due c’è uno spazio che può essere infinitamente accorciato ma mai abolito. Questo significa che l’uomo e la donna funzionano rispondendo a fantasmi differenti: quello dell’uomo è un fantasma appropriativo che punta a godere dell’oggetto senza parole. Il godimento maschile può essere perfino imbarazzante perchè risponde ad una logica idraulica: aprire e chiudere il rubinetto. Per la donna le cose sono più complicate. Il godimento del corpo dipende dall’esistenza delle parole d’amore. Il corpo femminile gode non dell’organo ma del segno del desiderio, gode delle lettere d’amore. Ecco dunque Achille e la tartaruga: uno cerca il sesso, le gambe, i seni, la bocca ecc, l’altra cerca il segno d’amore come irriducibile al sesso. Tra i due non funziona. I sessi non sono fatti per stare insieme. O meglio, l’amore quando c’è, è la possibilità di sopportare questa difficoltà di stare insieme. Nel tuo libro quanta verità attribuisci a questo modo di concepire la differenza sessuale ?”

Pommier: “In vacanza, all’estero, il più lontano possibile, il turista riesce facilmente a dire “Ti amo” in una lingua esotica: I love you…Te quiero… Ich Liebe dich (etc.). Ma nella lingua madre è molto più difficile: “ti amo” evoca il primo amore, quello della madre, e un uomo fatica a pronunciarlo perchè si contrappone al desiderio sessuale e questa difficoltà diminuisce le performances sessuali. Per una donna spesso è più facile dire “ti amo” perchè, al contrario, l’uomo che lei ama la separa sessualmente dal padre e l’amore le permette di uscire dalla famiglia lasciando il padre in lacrime sulla soglia della chiesa. Sembra dunque ci sia una sorta di contraddizione di principio tra l’amore e il desiderio sessuale, difficoltà che si ripete ogni volta che nasce un amore e si costruisce una famiglia. La famiglia è il luogo dell’interdizione dell’incesto, e questa interdizione rende l’erotismo più complicato quando una donna e un uomo che si amano hanno dei bambini e diventano padre e madre. A questa difficoltà se ne aggiunge un’altra altrettanto grande, ovvero che la donna è una sorta di causa universale del desiderio e, dal momento che il desiderio non è precisamente un piacere, ma come dice Freud “un dispiacere pieno di piacere”, la sua soddisfazione è indefinitamente rinviata al domani. Per queste ragioni la relazione tra gli uomini e le donne è marcata da un conflitto primario, anzi, in realtà è il conflitto stesso ad essere la fonte dell’incontro sessuale”.

Recalcati: “Sì, questa è una tesi del tuo libro. La collera può non essere una alternativa all’erotismo, ma la sua benzina. Certo, questa rappresentazione dell’incontro tra i sessi può apparire piuttosto brutale. è vero che l’incontro tra i sessi è sempre fonte di perturbazione. Come quando su di un aereo il pilota annuncia ai viaggiatori: “attenzione stiamo entrando in una zona di turbolenza!””.

Pommier: “Io penso che l’incontro tra il maschile il femminile sia sempre tanto inevitabile quanto elettrizzante. Fa scintille, e queste scintille sono la felicità dell’incontro. Ma questo stesso sogno di felicità, che è un sogno inestirpabile, non dura mai senza la costanza della tensione instabile tra il maschile e femminile, tanto più che l’amore non sempre è compatibile con il desiderio sessuale. La scenata di gelosia, la collera, sono spesso utili affinchè l’erotismo preservi i suoi diritti. Poichè l’amore parte dall’infanzia, mentre il desiderio sessuale è veramente attivo soltanto a partire dall’adolescenza che è una età di turbolenza”.

Recalcati: “In fondo la giovinezza è, come avrebbe detto Lacan un risveglio di primavera. Il soggetto si trova di fronte al suo corpo come se fosse un corpo nuovo. Deve abitare un corpo che manifesta con forza il suo carattere sessuale. Mentre il corpo di un bambino, come dice la Bibbia, ha sempre “l’odore di campo”, il corpo di un adolescente manifesta altri generi di odori e di secrezioni. Tra l’altro una delle etimologie del termine adolescenza riguarda proprio l’arrivare ad avere un proprio odore. In questo senso l’emergere del corpo come sessuale rompe la cornice del familiare, spalanca le finestre. Tutti gli orifizi del corpo è come se si aprissero ad un mondo nuovo grazie a questo vento di primavera. è l’incontro turbolento, ma entusiasmante, con l’Altro sesso”.

Pommier: “Infatti l’amore è inizialmente segnato dall’impronta familiare; è, per cominciare, l’amore della madre o del padre; mentre il desiderio sessuale inizia al di fuori della famiglia, anzi è un modo per fuggire dalla famiglia. Quando l’amore si somma al desiderio, c’è il rischio di confusione tra il padre e l’uomo, la madre e la donna. Tale confusione rischia di ostacolare il desiderio, o l’amore, o entrambi, soprattutto quando una coppia ha dei bambini. Lontano dall’essere segno di una rottura, la collera è spesso uno stratagemma per preservare il desiderio, contro un amore troppo familiare”.

Recalcati: “Lacan ci propone in effetti una nozione tutta nuova di eterosessualità. Ci aiuta a non confondere l’eterosessualità fondata sulla differenza anatomica dei corpi (maschile e femminile), da una eterosessualità che investe invece la qualità della relazione con l’Altro. Come dire che non è certo la differenza anatomica dei corpi che può dire quando c’è eterosessualità, quando cioè la vita sessuale è davvero incontro con l’Altro sesso. La differenza anatomica dei corpi non garantisce che ci sia autentica eterosessualità. La clinica psicoanalitica ce lo spiega bene quando, per esempio, mostra coppie di cosidetti eterosessuali dove c’è una immedesimazione reciproca, familiare, senza alcuna alterità, dove prevale un modello di accudimento di tipo materno o paterno. Perchè ci sia eterosessualità ci deve essere amore per una donna, diceva Lacan. Cosa significa? Significa che un legame eterosessuale non dipende dalla anatomia ma dal fatto che i due restano due, non si confondono, non si immedesimano l’uno nell’altro. Questa è la potenza del desiderio che si associa all’amore: desiderare e amare l’Altro come Altro”. Telemaco siamo noi Di Massimo Recalcati, l’autore dell’articolo in queste pagine, è appena uscito per Feltrinelli Il complesso di Telemaco, quasi un “sequel” di Cosa resta del padre?, il saggio dove lo psicoanalista aveva affrontato il tema dell’evaporazione della figura paterna oggi. Nel nuovo libro il punto di vista è quello del figlio, delle nuove generazioni che non sono più in conflitto con le precedenti (Edipo), né possono più procedere verso l’affermazione edonista del sé (Narciso), bloccata dalla crisi. Aspettano dei padri credibili per confrontarsi con loro e riconquistarsi un’eredità e un futuro. Vale per il lavoro e per la politica, crisi della sinistra italiana compresa: non ci siamo mai sentiti così Telemaco, tutti a guardare il mare aspettando che qualcosa ritorni.

 

Categoria: FocusPoetry

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Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more

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