D’Annunzio: il Vate privato

Gabriele D’Annunzio (1863 – 1938) non è solamente uno dei più grandi autori e poeti del secolo scorso, ma anche uno dei simboli di una seduzione letteraria liberamente espressa contro ogni convinzione ed uso morale e sociale del suo tempo, al punto che la sua estetica di amante della vita (al pari dello smaliziato contemporaneo drammaturgo e poeta inglese Oscar Wilde – 1854 – 1900) si applicò minuziosamente anche nella vita di tutti i giorni, oltre che nelle opere (tra cui notoriamente spicca “Il Piacere” 1888).

Come ha raccontato il giornalista Giordano Bruno Guerri a GQ,  grande esperto del Vate, vi è una serie di oggetti e feticci quotidiani fino a qualche tempo fa ancora sconosciuti e raccolti al Vittoriale: dalla camicia da notte con “oblò” sulle parti basse ad una vasta serie di indumenti intimi in seta e con le sue iniziali, passando per scatolette con peli pubici delle sue amanti e dei babydoll da far loro indossare nei momenti più  intimi, fino a 300 scarpe disegnate personalmente dallo scrittore e i collari dei suoi amati levrieri.
Non ultime anche numerose lettere spedite alla sua cuoca (“Mia cara Albina, o Intingola, l’ accordo di queste tre cose fritte è sublime“) e persino dei disegni per i movimenti da camera da letto.
Un D’Annunzio sospettato e sconosciuto, moderno e fuori dai tabù.

Categoria: PoetryStoria

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