“Crostata Pere e Cioccolato”: il primo racconto erotico di Sweet&Wet per I Diari di Casanova

CROSTATA PERE E CIOCCOLATO
di Sweet&Wet

I Diari di Casanova ha il piacere di riproporvi in esclusiva Sweet&Wet e il suo racconto erotico “Crostata Pere e Cioccolato”:

Sweet&Wet vive e lavora in una città media, di medie dimensioni, portici e tradizioni.
Il suo è un lavoro come un altro, in un ufficio come un altro. Quando la sera Sweet&Wet esce dal lavoro corre a casa, prepara la cena e trascorre il tempo con il marito e con il cane. E’ un’ottima cuoca, le piace sperimentare e abbonda con le spezie.
Sweet&Wet compra e legge montagne di libri, appunta citazioni, scrive continuamente e chiude nel cassetto le sue storie.
Se la incroci per la strada, Sweet&Wet ti osserva, ti scruta.
Ha già in mente un racconto per te. E abbonderà con le spezie anche in questo caso.


Capitolo I

Il gioco di sguardi era intrigante, certo.

Con il passare dei giorni era diventato la scusa per farsi carine, per indossare quella gonna o quel maglioncino attillato, per perdere quel quarto d’ora in più la mattina ad acconciare i capelli.

Com’era iniziata?

Non lo ricordava esattamente. Un consiglio sul piatto da scegliere, o da non scegliere assolutamente.

La pasta al forno è fantastica se ascolti me…” gli aveva detto lei un giorno. O era stato qualcosa a proposito del dolce? “Ti consiglio la crostata pere e cioccolato, non te la perdere…”?

O forse era stata la risata quotidiana sulla solita grazia della cameriera, una scaricatrice più che una cameriera, capace di rovesciare il caffè sul vassoio tre o quattro volte nel giro di un’ora, immancabilmente. O era forse stato un sorriso, durante lo scambio del quotidiano: passami La Stampa e io ti passo La Repubblica?

Era certa che lui le avesse aperto la porta d’ingresso, un giorno. Pioveva a dirotto e lei armeggiava con l’ombrello, la borsa, cercando di non bagnarsi il viso, di non sciuparsi il trucco. Lui le aveva tenuto la porta aperta durante tutto il tempo, fissandola negli occhi. Ma erano entrate tutte insieme, lei e le colleghe, e non c’era stata occasione di ringraziarlo a dovere, o di scambiare una battuta. Ricordava com’era vestita, quel giorno: una di quelle giornate in cui si guardava allo specchio e apprezzava sul serio quello che vedeva. Una di quelle giornate magiche in cui sorridere e flirtare non era un problema e le riusciva facile e naturale come respirare. Una di quelle giornate in cui la sicurezza in sé stessa le rendeva possibile ogni cosa.

Il giorno dell’ombrello in cui lui le aveva tenuto la porta aperta fissandola negli occhi si era trattato proprio di una di quelle volte.

Se lo chiedeva, scopandoselo in macchina, la prima volta: l’episodio dell’ombrello aveva avuto luogo prima o dopo lo scambio di vedute sulla crostata di pere e cioccolato?

Non aveva modo di ricordarlo, all’inizio non aveva dato troppo peso alla cosa.

Il gioco di sguardi era intrigante, certo. Ma lei si era ripromessa, qualunque cosa accadesse mai tra di loro, che non se lo sarebbe scopato. Mai. Mai e poi mai.

Ma il gioco di sguardi era stato irresistibile.

Marco le stava ora infilando la mano nella camicetta, senza troppa esitazione, a trenta secondi  appena dall’inizio del loro primo vero bacio, gorgogliandole qualcosa nell’orecchio con quella voce da fumatore con laringite perenne, qualcosa che somigliava a “Che tette fantastiche hai…” e lei si era ricordata del giorno dell’ombrello, del maglioncino fucsia e del push up che aveva indossato sapendo così bene quanto le sue tette sarebbero sembrate grosse e sode con quella roba addosso.

Le avrebbe trovate abbastanza sode le sue tette, adesso, senza il sostegno del push up?

©Sweet&Wet

Ufficio stampa
Carlo Dutto
carlodutto@hotmail.it

… e per il prossimo capitolo,
tornate martedì!!!

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