“Crostata Pere e Cioccolato”, capitolo VI: il racconto erotico di Sweet&Wet per I Diari di Casanova

CROSTATA PERE E CIOCCOLATO
di Sweet&Wet

I Diari di Casanova vi presenta in esclusiva Sweet&Wet e il suo racconto erotico “Crostata Pere e Cioccolato”, in anteprima mondiale:
Sweet&Wet vive e lavora in una città media, di medie dimensioni, portici e tradizioni.
Il suo è un lavoro come un altro, in un ufficio come un altro. Quando la sera Sweet&Wet esce dal lavoro corre a casa, prepara la cena e trascorre il tempo con il marito e con il cane. E’ un’ottima cuoca, le piace sperimentare e abbonda con le spezie.
Sweet&Wet compra e legge montagne di libri, appunta citazioni, scrive continuamente e chiude nel cassetto le sue storie.
Se la incroci per la strada, Sweet&Wet ti osserva, ti scruta.
Ha già in mente un racconto per te. E abbonderà con le spezie anche in questo caso.

 

Capitolo VI

Era tornata in ufficio bagnata.

Bagnata per dio! Un caffè e una sigaretta e lei si era bagnata!

Ma era certa che lo stesso stesse capitando a lui. C’era una tensione in quello sguardo azzurro. C’era un’intenzione che lei gli leggeva chiara, quasi lui gliela stesse urlando in faccia: “Ti voglio scopare, cazzo!

Ed era stato allora che lei aveva pensato no, assolutamente no. Si era trattato di un gioco e aveva funzionato, aveva scoperto di poter ancora attizzare, aveva scoperto che era ancora in grado di piacere se le girava bene, aveva scoperto di essere ancora mediamente figa nonostante i trent’anni li avesse compiuti da qualche anno ormai, e spesso si sentisse vecchia, e nonostante avesse colleghe più giovani di lei di dieci anni. Aveva attirato l’attenzione dell’uomo più figo che bazzicasse correntemente il bar all’ora di pranzo, si era fatta offrire un caffè e una sigaretta, c’era stato del feeling.

Il gioco era stato intrigante ma no, lei non se lo sarebbe scopato.

Lui  le stava sfilando via gli slip mentre lei ricordava con quanta decisione avesse pensato in quel momento “No! Posso ancora tirarmi indietro!”.

Ma naturalmente non era andata così. Quando qualche giorno dopo lui l’aveva invitata per un aperitivo e si erano scambiati il numero di telefono lei aveva accettato, naturalmente. Mentendo platealmente a sé stessa sulle prospettive di un incontro che avrebbe anche potuto concludersi in modo innocente. Osservando il modo in cui tenendo la sigaretta sul lato destro della bocca il fumo gli facesse socchiudere gli occhi, increspandone la pelle intorno. Immaginandosi già di infilarci la propria lingua, in quella bocca.

Posso ancora tirarmi indietro, giusto?

E mentre gli infilava la mano nei boxer di cotone blu, finalmente, dopo l’interminabile trafficamento con la cintura e con la zip e con l’elastico troppo attillato su quella vita leggermente troppo rilassata, e mentre saggiava la convinzione di lui e i suoi rantoli si erano fatti quasi animaleschi, ecco, solo allora aveva iniziato a dubitare di riuscire più a tirarsi indietro, ormai.

E quando aveva  infine deciso d’istinto di salirgli in braccio, perché attendere oltre sarebbe stato impensabile, impossibile, e lui allora glielo aveva infilato dentro, duro e bagnato, tenendola per i fianchi, e il calore le era esploso nelle viscere ed era riuscita finalmente a non pensare e a non riflettere e a non cercare più di ricordare tutti i passaggi che l’avevano portata a questa macchina, addosso a lui, ecco che allora era stata assolutamente chiara ad entrambi una cosa sola: il loro gioco di sguardi era finito per sempre.

©Sweet&Wet

Ufficio stampa
Carlo Dutto
carlodutto@hotmail.it

Categoria: featuredPoetry

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