CASANOVA DIARY: Quattro chiacchiere con una escort vicentina

Bella, sofisticata, elegante.
A vedere Milena  (nome di fantasia – ndr) si potrebbe pensare che è una donna d’affari: un splendida quarantenne in carriera che gira tra studi professionali e incontri pubblici.
E invece Milena, vicentina doc, come secondo lavoro fa la escort, professione recentemente ribalzata alle cronache dalla fanghiglia televisiva (vedi Bunga Bunga & friends), ma certamente non recente come storia.
«Mi rendo conto che fare la escort a Vicenza non sia cosa tanto accettabile per la comunità», afferma: «è una città splendida e frizzante sotto molti punti di vista, ma sempre timorosa di uscire allo scoperto, dove la polvere si sistema alla bene e meglio sotto ai tappeti, più che eliminarla realmente. Una ragazza come me, di buona famiglia e adulta, di certo sarebbe impensabile facesse un lavoro di questo genere».
Milena parla con coscienza: non lavora mai nel vicentino, raramente in Veneto, è una donna figlia di professionisti del territorio, con una laurea in tasca e qualche tirocinio in aziende con pause caffè in cui ascoltava di colleghi innamorati, soprattutto: «venivano a parlarmi dei loro problemi di cuore, confidandomi il desiderio di trasgredire, provare cose diverse, soddisfare qualche perversione. Quando chiedevo di che tipologia, mi rispondevano spesso anche di conoscere con una donna a pagamento, una bella donna che potesse soddisfarli, e non intendo sessualmente».
E da allora Milena ha iniziato a fare un secondo lavoro come escort nei weekend. Un sito, segretissimo, un numero di telefono e una mail, tante foto non necessariamente sexy e mai volgari, la disponibilità a viaggiare in tutto lo stivale e un tariffario: «ogni volta che mi contatta un nuovo cliente cerco di conoscerlo almeno virtualmente per qualche settimana, prima di incontrarlo, per capire quali sono le sue richieste, dalla location al tempo da trascorrere insieme. Bisogna capire se è solo per una cena galante insieme o se la richiesta è quella di una compagna per un viaggio di lavoro o weekend formale. In pratica faccio compagnia, accompagno»
Tacchi alti, tailleur formali, qualche scollatura maliziosa e capacità di recitare una parte, sostanzialmente: «spesso mi domando quale sia la differenza tra me e tante ragazze che escono con uomini, ovviamente abbienti, per incastrarli sposandoli o facendosi regalare qualcosa di prezioso. Io ho un tariffario, so comportarmi e stare in tutti gli ambienti, e non voglio sposare nessuno!».
Già ma prima o poi: «non troverò certo l’uomo dei miei sogni tra i miei clienti, e lungi da me intrattenere rapporti fuori dall’orario lavorativo con loro», dice Milena, «conduco una vita normalissima tra amici e serate nei locali, e continuo a fare il lavoro che facevo dopo la laurea. E chiaramente se dovessi innamorarmi davvero non ci penserei due volte ad interrompere l’attività di escort. Al momento lo faccio perché single e per arrotondare. Anche se dovendo fare due calcoli semplici, in termini di guadagno la mia prima fonte di reddito è proprio quella!»
Appunto, e come funziona in termini economici? «Sono laureata in Economia, e vorrei poter pagare le tasse in cambio di assistenza anche per questo secondo lavoro, ma in Italia è fantascienza. Non conviene a nessuna escort non essere protetta, non percepire una pensione seppur minima e non pagare le tasse, in effetti».
La saluto: ha un appuntamento. «Una cena aziendale con un trentenne forse incapace di trovare una vera compagna. Ci conosciamo da tempo, ormai!».
Buona serata, allora!

Categoria: Casanova Diary - LaNuovaVicenzaInterviste

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