CASANOVA DIARY: L’amore giovane: sesso, bullismo, Social Network e statistiche



C’era una volta un tempo in cui da ragazzini ci si innamorava a distanza di compagni/e di scuola seppur mai parlandoci, e quando si riusciva a scambiare due parole con l’oggetto del desiderio, sfidando la timidezza a colpi di vodka lemon nelle feste del sabato sera o nelle assordanti sale della discoteca la domenica pomeriggio, a stento ci venivano detti nome e classe (sebbene già li sapessimo), figuriamoci il numero di telefono.
Numero che chiaramente era di un fisso, quello di casa, a cui sfidando la vergogna si chiamava col rischio di risposta del padre o della madre di turno, spesso finendo per riattaccare.
Ah bei tempi quelli. Oggi perduti.
Sì perché vuoi l’evoluzione tecnologica e conseguentemente adolescenziale, che porta i nostri giovani ad avere uno smartphone con chat annesse e profili su Facebook, Twitter & fratelli fin dall’infanzia, e vuoi una dimostrata pre-maturità e poca vergogna di questi anche da giovanissimi, ad oggi le telefonate all’orario prestabilito a casa dei primi amori sono cosa ormai lontana, rimpiazzati da whatsappate diurne o post con tag sui social. E persino gli squillini sono cosa dimenticata.
«Non saprei vivere senza cellulare», mi confessa M. 15enne vicentina rigorosamente phone-addicted.
Ma quanto questo mondo 2.0 ha cambiato il primo amore e il primo sesso dei nostri giovani?
Se un’ indagine dell’Osservatorio nazionale della salute dell’infanzia e dell’adolescenza del 2013 che ha interrogato 1.400 giovani di sette scuole italiane rivelando che il 19% degli adolescenti ha i primi rapporti sessuali prima dei 14 anni, il 73% sembra non conoscere le malattie a trasmissione sessuale e il 33% ignora il rischio di prendersele, viene da chiedersi dove siano finiti tutti gli anni di tragedie relative all’Hiv e a cosa servano alla fine tutte le seppur ottime campagne di sensibilizzazione scolastiche, televisive o cartellonistiche, alla contraccezione.
Un altro sondaggio del 2013 della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) rileva che tra i 309 adolescenti tra i 12 e i 14 anni il 18,9% dei maschi e il 14,8% delle femmine ha avuto completi intorno ai 14 anni, con il 42% delle donne under 25 che non utilizza alcun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale, solo 3 ragazze su 10 che ricevono informazioni corrette da parte di medici e insegnanti e le rimanenti 7 che ne vengono a conoscenza da amici, parenti o internet. Aggiungiamoci le 273 interruzioni volontarie di gravidanza sotto i 14 anni del 2013 e ne viene un quadro preoccupante, a dir poco.
«Fondamentalmente la verginità non è più un valore come poteva esserlo fino a qualche anno fa, e spesso fare sesso ti permette di entrare nel mondo dei giovani adulti. Se ne sei fuori sei una sfigata, un nerd!», rincara M., che aggiunge come iPhone & co e social network in questo siano di grande aiuto: «si rimorchia su Facebook facilmente. Lì posso conoscere il figo della scuola, studiare cosa fa e scrive ogni giorno e capire i suoi gusti per approcciarmi al meglio!»
Ok, questo è buono: una sorta di tecnica di conquista che può portare buoni frutti. Ma tutto il resto?
«Conosco il fenomeno del sexting. Si tratta di postare foto sexy sui social network. Non nudi, solo in pose sensuali»
E perché si fa? «Per avere like e apprezzamenti. E’ normale voler piacere agli altri, quindi anche sul web»
E non avete paura di incorrere in maniaci, magari più adulti, o di passare da “poco di buono” come ai miei tempi accadeva per una minigonna un po’ più corta quando si usciva?
«Lo fanno tutti, dove è il problema? Il trucco è non spogliarsi del tutto. Quello non lo farei mai»
Il mondo è cambiato, ma questo uso personale del mezzo impersonale (cellulare, computer), non è rischioso? «Se fatto con giudizio no, secondo me. Può solo essere divertente!»
Va bene M., mi arrendo, non ti ho convinta.
Ma i dati parlano chiaro: si parla di bullismo sessuale nel progetto Asbae che coinvolge 240 giovani tra i 13 e 18 anni, in 5 nazioni con 40 operatori, e i dati mostrano che si verifica nel 65% dei casi sui social network, con l’80% degli intervistati che si è creato un profilo su Fb tra i 10 e 12 anni (sebbene vietato ai minori di 13) e oltre il 40% che ha chattato almeno una volta con uno sconosciuto. Scarsa consapevolezza del fenomeno da parte dei coinvolti, come manifestato nelle ricerche, al punto che in molti identificano episodi di bullismo sessuale come stupro, abuso, molestia, come fossero mere bravate, spesso non comprendendo il limite tra pubblico e privato.
«Sul web si osa, si recita un personaggio per piacere di più, forse», ribatte M., «ma io lo so che quello che postiamo rimane indelebile, non si cancella»
Poi si legge che il 70% dei minorenni non ha facilità nel raccontare dal vivo le sue esperienze sessuali, e che proprio questi sono i più giovani che spesso lo fanno sul web.
Ma allora, care istituzioni, non sarebbe il caso di svecchiare l’educazione e dare il buon esempio tra i banchi con incontri ad hoc per aiutare queste giovani leve italiane?
Ai posteri l’ardua sentenza.

Categoria: Casanova Diary - LaNuovaVicenzafeaturedInterviste

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