CASANOVA DIARY: Il sexy e bigotto Nord Est di Janis Joyce


Il primo orgasmo lho avuto alle elementari… Avevo accavallato le gambe, la mia compagna di banco mi aveva fatto cadere in grembo una forbicina, io avevo stretto le cosce e bam! Ero rimasta paralizzata per un paio di secondi, rigida come uno stoccafisso sulla seggiola”. (“Seventy Sex”)

Sono passati quasi tre anni da quando un’anonima scrittrice, Janis Joyce nome d’arte per la scledense Laura Bettanin, usciva con il suo scandaloso romanzo “Seventy Sex”, ambientato nel provincia del Nord Est italico tra bigottismo e guerriglie urbane, amori, corpi, maschi e icone come David Bowie e i Sex Pistols.
Laura nel suo romanzo aveva dipinto un sesso consumato avidamente, con gioia e libertà, tra esperimenti, spinelli e batticuori, scandalizzando ed ammaliando lettori trasversali per età e provenienza:
Io scrivo per dimenticare, annullarmi nelle mie storie. Ho sempre amato scrivere, benché la mia fosse una famiglia tradizionale per cui questa professione non era nemmeno considerata tale. Ho viaggiato molto, tra Europa e Australia, e iniziato a lavorare nell’ambito della produzione cinematografica a Venezia, dove mi ero laureata in lingue. Un giorno, durante un viaggio negli States, iniziai a buttare giù le prime pagine di un romanzo sugli indiani d’America, poi pubblicato per Transeuropa (“Finché l’erba crescerà e i fiumi scorreranno”) e solo qualche tempo dopo avvertii forte l’esigenza di scrivere qualcosa di provocatorio: volevo parlare della formazione di un’adolescente sul finire degli anni ’70, anche e soprattutto attraverso il sesso. Ne è venuta fuori una storia piena di situazioni veritiere e veraci, senza lustrini o velluti, ma pregna di realismo e crudeltà in un certo senso, dove non si risparmiano parole ed episodi tabù“.
Gli anni ’70 di “Seventy Sex” sono infatti ricchi di quelle atmosfere di trasgressione, punk e delirio sessuale, impegno civile e politica:
Un giornale scrisse erroneamente che il romanzo era ambientato a Schio: scoppiò il boom di richieste nelle librerie da parte dei miei concittadini, chi per scoprire chi era descritto tra le mie pagine. È un fenomeno pazzesco, morboso in un certo senso: in realtà la storia di Nico è ambientata in un posto di fantasia del Nord Est, con le caratteristiche tipiche della nostra gente all’epoca, e il sesso è solo funzionale al racconto dello scoppio di una vita di una giovane ragazza“.

E che differenze ci sono tra quel Nord Est e quello di oggi?
Tante e nessuna. All’epoca c’era sicuramente più voglia di combattere, ma come oggi ci si trovava in un luogo x per chiacchierare, guardare gli altri, conoscerli e parlarne. E anche per rimorchiare! Come oggi se si andava a letto con qualcuno di certo in breve tempo l’avrebbe saputo mezza città, e forse si aveva un senso del tabù più forte di quello avvertito in altre zone d’Italia. Certo è che “Seventy Sex” suscitò curiosità ed interesse, e ne vado molto fiera, nonostante il finale sia stato totalmente cambiato in fase di editing, dando una chiave troppo femminista alla mia protagonista, cosa che mi fu imposta dalla casa editrice e si scontrò con il filo conduttore dell’intera storia, in effetti…”

Scrivere di sesso nel Nord Est non è dunque semplice:
È una terra calda e timorosa al contempo, in cui tanti retaggi sociali e culturali hanno ancora la meglio.
C’è chi porta avanti matrimoni falliti e traditi solo per convenzione sociale, mentre la gente mormora. Lo  spettro della gente che parla è sempre lì, pronto a farsi vivo nelle nostre vene…

Quella dei romanzi al femminile sembra una strada percorsa da tante nuove penne o aspiranti tali, e si sta verificando un netto cambiamento dei contenuti, un tempo più romantici e fiabeschi e oggi assolutamente erotici, spinti, seducenti ed eccitanti. Espressamente.
Le più tenaci critiche a “Seventy Sex” mi furono avanzate da critici maschi, maschi Alfa oserei dire, forse urtati da un libro che parlava con il loro linguaggio e non sospeso tra fantasia e realtà come di norma ci si aspetta da una penna femminile. Se fino a qualche anno fa la tendenza era quella di far scrivere donne che ne facessero sognare altre con storie d’amori romantici, oggi assistiamo all’esplosione di un fenomeno di mercato che vede bondage, fetish, scene di dominazione in ambi i sensi protagonista a scapito spesso proprio del sentimento o della formazione sessuale. Secondo me tante di queste scrittrici (e delle loro lettrici) puntano inconsciamente a piacere agli uomini, dimostrandosi più forti (anche di loro) persino laddove non venga chiesto.
Poi c’è un mercato dedicato alle 50enni, per esempio, a cui aziende e case editrici hanno fatto credere di poter rimorchiare ed essere attraenti più di una ventenne, e forse queste, educate in maniera differente, stanno vivendo a suon di fantasie una nuova primavera sessuale/erotica.
E le ventenni si adeguano, e seguono anche loro il flusso.
Ma tra leggere e sognare d’essere dominate, frustate o legate per il piacere, e farlo c’è differenza…

Del resto è la fantasia il motore primo del piacere femminile:
Infatti! Basti pensare alla masturbazione: io la trovo splendida, divertente, condivisibile con partner e amiche, naturale e assolutamente fantasiosa, e oggi esistono tanti sex toys uno più stuzzicante dell’altro. Negli anni ’70 c’erano cacciavite e zucchine, come scrivo nel mio libro. Altri tempi.. Forse, insomma, la letteratura erotica ha successo perché è più bello leggerle ed immaginarle, che pensarle, certe cose!

Ora Janis/Laura dispensa consigli d’amore sul blog InternoDue nella sua Posta del Cuore, e sta ultimando il suo prossimo libro, questa volta sugli anni ’80:”È una storia di un Nord Est, e di un’Italia, visti da lontano negli episodi salienti della nostra storia, dalla politica alle vallette, dal primo Berlusconi alla musica e all’Aids“.
E chiude: “Alla fine di sesso si parla, legge e scrive da sempre e tanto perché in fondo se ne fa troppo poco. Questa è l’unica triste verità“.

Corriamo ai ripari…

www.nuovavicenza.it


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