CASANOVA DIARY: il folle hard-cinema di Luigi Atomico

Luigi Zanuso: alias Luigi Atomico alias Dario Lussuria alias Rodolfo Babilonia.Tre nomi d’arte decisamente evocativi per il regista vicentino che nel mondo del porno ha realizzato pellicole allucinate e trash, dove l’hard (anzi hardcore) incontra il pulp, il thriller e la sperimentazione (sotto ogni punto di vista), venendo da queste mitigato.

Il risultato è che a guardare alcuni suoi film dai titoli molto poco allusivi (“Scantinati infernali”, “Il tritacarne”, “Banchetto umano”) ci si trova di fronte ad una componente erotica non più unicamente finalizzata all’eccitazione dello spettatore, ma declinata in un sado-masochismo ostentato fisicamente e psicologicamente. Complici le colonne sonore esaltanti (create da Stefano Lummi e Marco Capitanio), nelle quali la musica classica viene miscelata inserzioni elettroniche martellanti che incitano all’adrenalina, i film dell’Atomico non sembrano appartenere ad alcun movimento cinematografic-hard, risultando assolutamente originali.

Zanuso è autodidatta a tutto tondo a partire da ogni provocazione, e pare offrire la propria visione di un mondo carnale e visionario, dove reale e finzione si mescolano con un non sense che non celebra l’erotismo convenzionale inclinando invece all’horror. Al punto che inevitabilmente si vuol vedere “fino a che punto si arriverà”. Lui: «Nei miei film faccio semplicemente esaudire le proprie pulsioni cosiddette depravate a chi me lo chiede; ma per me la depravazione non è mai sessuale, ma solo mentale». Realtà e follia scisse al punto che lo spettatore può sentirsi parte integrante del film (e subirne i dolori), tra manichini insanguinati, polipi sfruttati, braciole usate come sex toys, corpi congelati, sodomia maschile esasperata e allucinanti aforismi tratti dai libri dell’Atomico, tra cui “999 pensieri laici”e “Pensieri di un libertino”.

Ribattezzato da alcuni critici del genere il “Pasolini dell’hard” o il “Bukowski degli aforismi” o il “De Sade del Surrealismo”, il regista vicentino si allontana dalle etichette perseverando nella produzione di furiose pellicole dove surrealismo e porno-pesantezza si confondono al punto che l’attore (per lo più non professionista) diventa a sua volta fantoccio nelle mani di altri, con mente e corpo massacrati tra disturbante e dolori.

“Il Sublime e il Perverso” (titolo dell’ultimo film datato 2012), sembra la summa della sua visione del mondo, tra estremismi infernali, misticismo e follia totale, e di questa l’Atomico ha raccontato alla stampa: «La società è falsa, mentre l’uomo deve re-imparare a mostrare le proprie emozioni reali, in primis a sé stesso. I miei film vogliono essere uno specchio fedele dell’umanità. L’uomo sessualmente bloccato è più facile da manipolare».

E chiosa: «nel mondo contemporaneo tendiamo a sublimare tutto, ma esiste soprattutto il perverso che perdura da migliaia di anni impunito», mentre il sesso «non va discusso, deve essere libero e felice, chi lo reprime non è appagato e il suo agire può diventare pericoloso, in minimi e massimi termini».

http://www.nuovavicenza.it/2013/09/luigi-atomico-lhard-sperimentale-parla-vicentino/

 

 

Categoria: Casanova Diary - LaNuovaVicenzaCinemaFocus

Tags:

Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more

RSSCommenti (0)

Trackback URL

Lascia un Commento