CASANOVA DIARY : HPV, dal sesso al cancro

Papilloma Virus, dal sesso al cancro: facciamo chiarezza

“Casanova Diary” è il blog del Direttore Ilaria Rebecchi frutto della collaborazione tra idiaridicasanova.ite nuovavicenza.it, dove si illustreranno alcune realtà della seduzione e dell’eros, tra arte, commercio e quotidianità

Recentemente il celebre attore hollywoodiano Michael Douglas, che tre anni fa dovette fare i conti con un cancro alla gola, ha dichiarato che le colpe della malattia sarebbero state da ricercare nella sua vita sessuale, ammettendo a The Guardian: «Questo tipo di cancro è prevalentemente causato dall’HPV (papilloma virus umano), che di fatto è causato dal cunnilinguo. E’ una malattia sessualmente trasmissibile a causare il cancro, e se ce l’hai, il cunnilinguo è anche la cura migliore».

E in molti subito hanno pensato alla boutade mediatica, talora persino deridendone le affermazioni sui social network.  Invece Michael non ha detto nulla di strano. Solo che in molti ancora non sanno di cosa stiamo parlando.

E allora un po’ di informazione è d’uopo, soprattutto in questo canale che si prefigge come obiettivo quello di raccontare del sesso e dell’eros.

Il Dott. Ernesto Padula, Chirurgo Maxillo Facciale ed Odontostomatologo (ex Primario di reparto all’Ospdale San Bortolo e nel CdA della Fondazione San Bortolo ONLUS), che nel corso dei decenni ha condotto molte ricerche e congressi sul territorio italiano proprio sulle infezioni da HPV, dichiara che  «ogni anno in Italia ci sono circa 3.000 nuovi casi di cancro al collo dell’utero causati da infezione da HPV. Questa cifra non è da considerarsi allarmante perché sono milioni i contagi annuali da HPV, ma si tratta comunque di cifre alte. E le patologie connesse all’infezione e alle forme tumorali sono in aumento anche tra gli uomini».

Un’infezione, quella da HPV, tra le più comuni nell’ambito delle Malattie Sessualmente Trasmesse, ma anche una delle più sottovalutate, sebbene causa necessaria per lo sviluppo del cancro al collo dell’utero, il secondo tumore più frequente nelle donne tra i 15 e i 45 anni dopo quello alla mammella.

 

Il Dott. Padula spiega che esistono differenti tipologie di Human Papilloma Virus: «sono circa 100 i tipi noti, e la classificazione vede i 16-18 associati ai tumori al cancro dell’utero, al cavo orale, all’ano, all’esofago e alla laringe, mentre i 6-11 attaccano la cute sotto forma di condilomi e verruche»,  e continua: «questi virus si associano ad alterazioni cellulari di diversa gravità e il collo uterino è il principale bersaglio».

I numeri parlano chiaro: «Il 70% di noi entra in contatto con i papillomi almeno una volta nella vita, con picchi intorno ai 20 anni in coincidenza con l’inizio dell’attività sessuale, dopo cui alcuni ceppi di HPV iniziano ad essere eliminati dalle naturali difese dell’organismo femminile, con una conseguente diminuzione dei casi di infezione. L’infezione (che spesso è asintomatica) si può manifestare dopo anni di “incubazione” dell’infiammazione, previo Pap Test: anomalie lievi in genere scompaiono senza terapie. Alcuni rari casi non guariscono spontaneamente, e le cellule sono considerate precancerose, e se non trattate potrebbero evolvere in cancro della cervice.

In casi di displasia moderata o grave ci sono diversi metodi per eliminare le cellule anomale, come l’ablazione (vaporizzazione) o l’escissione (asportazione tramite bisturi o laser). Ma la rimozione delle lesioni non significa la guarigione dalla malattia, né la diminuzione dell’infettività. Il paziente potrebbe trasmettere l’infezione anche se le lesioni sono sparite».

L’HPV si trasmette attraverso rapporti sessuali anche non completi, tramite contatto tra cute o mucose di un soggetto infettato con uno suscettibile, e sebbene l’utilizzo del profilattico possa prevenire molte delle infezioni batteriche e virali, l’ HPV se in una porzione di pelle scoperta, ne consentirebbe ugualmente la trasmissione.

 

E si tratta di una patologia che coinvolge differenti settori della medicina: «per una visione più completa dell’infezione bisognerebbe interpellare tanti colleghi specialisti in differenti branchie, dalla dermatologia alla genetica medica, per esempio», e va sottolineato che non è implicito che l’HPV progredisca e si trasformi in cancro, ma alcuni fattori ne favoriscono la persistenza, come il fumo, i contraccettivi ormonali, il numero di gravidanze e i fattori genetici.

Inoltre quella da HPV è un’infezione che non colpisce solo le donne, come spiega il Dott. Padula, «c’è un aumento del 50% di casi di cancro alla gola negli uomini dovuto ad infezione passata attraverso sesso orale con persone infette, persino in soggetti non esposti ad altri rischi tumorali, come fumo o sieropositività. E negli uomini l’HPV può portare all’infertilità perché l’infezione riduce la motilità degli spermatozoi, aumentando anche la possibilità di aborto, persino nei casi di fecondazione assistita».

 

E quindi che fare, amici vicentini?

Oltre al consiglio all’attenzione all’informazione e al sesso sicuro (che comunque male non fa, mai), dal 2008 l’ Ulss n° 6 ha iniziato la campagna di vaccinazione antipapillomavirus: per le ragazze che compiono 12 anni tramite vaccinazione gratuita che rientra nel calendario Regionale delle Vaccinazioni, per donne fino ai 45 anni si offre la disponibilità della vaccinazione soggetta a pagamento secondo il tariffario regionale, mentre non vi è autorizzazione per donne di età superiore.

La prevenzione? «Bisognerebbe avviare un massiccio progetto di informazione e divulgazione nelle scuole, ma alle nostre proposte molti genitori hanno risposto di essere preoccupati perché il vaccino possa anticipare l’attività sessuale delle figlie. Questo è indicativo del fatto che si sa poco di questo virus, forse ancora considerato tabù dai più».

 

Dott. Ernesto Padula

Il Dott. Padula, che dal 2009 ha organizzato i primi 4 “International Course on Oral Mucositis” in collaborazione con altri specialisti, nel 2011 proprio sulle malattie sessualmente trasmissibili che minacciano il cavo orale, conclude:

«A Vicenza siamo stati tra i primi a studiare l’HPV, c’erano molti casi e bisognava capire di cosa si trattasse e come intervenire. Il problema è l’ignoranza collettiva: bisogna far capire che è una delle malattie sessualmente trasmesse più comuni, con un’infezione superiore addirittura a quella dell’HIV. Personalmente sono favorevole alla vaccinazione in differenti fasce d’età e anche sugli uomini, proprio per provare ad interrompere quel circolo di infezione che non si ferma agendo con la profilassi solo sulle donne».

 

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