Bondage: come amplificare il piacere, con attenzione


Antica pratica sessuale e voyeuristica divenuta celebre anche e soprattutto grazie alle rappresentazioni fotografiche ed artistiche, in primis giapponesi, il Bondage consiste sostanzialmente nel legare il partner, consenziente, in stretti lacci, nastri e corsetti, dal light bondage (mani e piedi) alla suspension, la più azzardata pratica del genere che impedisce il contatto col terreno. Una pratica sempre più diffusa e tornata in auge a livello popolare grazie al recente successo di libri come “50 sfumature di grigio”, di E.L. James.

C’è una predisposizione psicologica della coppia che vuole praticare il bondage, in ogni sua forma, a partire da una buona dose di ironia che deve condire un gioco condiviso di sperimentazione, tenendo in considerazione però alcune regole da rispettare affinché la pratica non diventi pericolosa. Bisogna non legare mai il collo, l’interno delle ginocchia e dei gomiti, il seno e il viso, e scegliere un luogo sicuro, per evitare che il partner rischi di perdere l’equilibrio e cadere, e, ovviamente, bisogna tenere sempre a portata di mano delle forbici per ogni eventualità.

Buon senso e con sensualità, quindi, per questo metodo anticamente utilizzato dai giapponesi (nome originale shibari) i per bloccare i prigionieri, ma anche frutto del senso estetico degli stessi per differenziare lacci e nodi da fare a seconda del prigioniero.
Oggi il bondage è una vera re propria arte, capace, pare, di amplificare le sensazioni aumentando l’intensità del piacere.
Con attenzione.

Categoria: Psicologia

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